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12 marzo 2011

INDUISMO - PARTE PRIMA

Il termine Induismo è stato creato dagli studiosi europei per classificare la distinzione fra vedismo e brahmanesimo, ma per alcuni la differenziazione fra queste due discipline religiose e l'induismo è praticamente impossibile; nel linguaggio comune con questa parola si indica l'ultima fase del lungo percorso di questa religione. Con questa parola gli europei intendevano racchiudere il «risultato non dello sviluppo spirituale di un popolo, ma di una poderosa mescolanza di razze; sistema religios-sociale indiano, autoctono, costituitosi dal brahamanesimo con progressive accettazioni di elementi originali non brahamanici e già sin dalla controriforma buddhista, vi aderisce la maggioranza della popolazione dell'India moderna. Esso abbraccia tutti i riti, gli usi religiosi, le concezioni, tradizioni e mitologie che hanno ricevuto la loro sanzione direttamente o indirettamente attraverso le sacre scritture e le prescrizioni dei Brahmani.»; ancora, H. von Stietecon afferma che «con induismo si intende non una religione, ma un collettivo di religioni, collegate fra loro da un comune spazio geografico con la sua storia e dalle condizioni socio-economiche e relazioni culturali sviluppatesi in esso». Lo sfondo comune che consente questa unità nelle differenze è la religione vedica e il sanscrito un patrimonio di credenze e liturgie proprie degli Arii, quella popolazione che si stanziò in India nel II millennio a.C.
La parola «hindu», con la quale si definscono gli adepti di tale religione, deriva dal persiano, e fu usata inizialmente dai musulmani penetrati nel subcontinente per indicarne gli abitanti, riferendosi in particolare a coloro che abitavano nella regione dell'Indo, e solo successivamente si rivelò una connotazione religiosa per indicare coloro che non si erano convertiti all'islamismo, mentre per quel che riguarda gli Europei, è dal XVI sec. che usano questo termine, dal quale è derivato presto "induismo".
La più antica forma religiosa indiana è senza dubbio un politeismo di tipo naturalistico, che col tempo viene a modificarsi in enoteismo, ed acquisiscono molto valore i sacrifici; è anche per questa caratteristica che questo culto si potrebbe dire "ricettivo", perché facilmente ingloba nuovi elementi senza scomporsi: si passa dall'animismo alle speculazioni filosofiche più profonde, e in questa stessa ottica va letto il passaggio dal Vedismo al Brahmanesimo. Fra le figure di rilievo, si distingue il brahmino, il sacerdote, e massimo eminente della classe castale, che ha fra i suoi compiti quello di istruire gli uomini e dare loro la via per la salute suprema.
Nel Rig-Veda viene a formarsi quello che si definisce panteismo: dal grande quesito su come è stato creato l'universo, chi sia stato a farlo ecc. si arriva all'abbraccio di tutto il creato atto a specchiare nel microcosmo il macrocosmo. Questo politeismo nacque al di fuori della casta sacerdotale, ma ben presto venne da essa assimilato. Il fine dell'uomo è quindi quello di raggiungere il Brahaman-Atman (anima universale), e il mondo gli si prostra pieno di dolori: è proprio da qui che nascono 6 scuole ortodosse e 10 eterodosse (queste ultime per opera del filosofo Madhavacarya nel suo compendio di tutti is sistemi filosofici).
Il Brahmanesimo, che è incluso insieme al Visnuismo e al Shivaismo nell'Induismo (anche se il Brahmanesimo è nato prima dell'Induismo), si può dire l'unica religione dell'India, che risorse col tempo, e tuttora impera in quella forma che gli Europei chiamano «Induismo». In questa dottrina si ha la concezione di una divinità tre volte creatrice (Trimurti, «di tre corpi»): Brahama, Visnu, Siva . Le tre divinità ebbero però come maggior ponente Brahma, che era il divino in senso più pieno e puro; successivamente Brahma finì per identificarsi in uno o nell'altro dei due membri della triade, diventando così una diade, tanto che poi si ebbe una visione unitaria con l'unificazione ulteriore di Visnu con le due divinità che si erano fuse in precedenza: si arrivo quindi a chiamarli Hari-Hara: come è facile notare, alla fine si ebbe una tendenza monoteistica.

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