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NAMASTE' STUDIO TANTRA DI HANASHYAN KAHSHAN
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25 gennaio 2011

I segretI del Tantra

tantra
Qualunque cosa tu sei, non è la fine: stai solo a metà. Puoi cadere in basso o elevarti verso l'alto. La tua crescita non è conclusa. Non sei il prodotto finale, ma solo un passaggio. In te qualcosa si sta continuamente sviluppando. Il Tantra concepisce e basa tutta la sua tecnica su questa possibilità di crescita. E ricorda, se non diventi ciò che puoi diventare, non sarai appagato. Devi diventare ciò che puoi diventare. E' un imperativo. Altrimenti sarai frustrato, penserai di essere inutile, crederai che la vita non abbia significato. Puoi continuare a tirare avanti, ma in questo non può esserci gioia. E forse avrai successo in molte altre cose, ma sarai un fallimento con te stesso. E accade: qualcuno diventa ricchissimo e tutti pensano che abbia avuto successo. Tutti, tranne lui, credono che sia un uomo di successo. Ma egli conosce il proprio fallimento. Questo mondo è strano: hai successo agli occhi di tutti, tranne che ai tuoi. (...)
La realizzazione del Sè si riferisce ai picchi più elevati della tua evoluzione, dove puoi sperimentare un appagamento profondo e dire: "Questo è il mio destino, il motivo per il quale sono nato, per cui mi trovo sulla Terra". Il Tantra è interessato a questa autorealizzazione, vuole aiutarti a evolvere maggiormente. E ricorda: il Tantra ha per oggetto te, non gli ideali. Si preoccupa di te, di ciò che sei e che puoi diventare.
La differenza è enorme. Tutti gli insegnamenti riguardano gli ideali. Dicono: diventa come il Buddha, come Gesù, come questo o quest'altro. Hanno degli ideali cui devi uniformarti. Il Tantra non ha ideali per te. Il tuo ideale ignoto è nascosto dentro di te; non ti può essere dato. Non devi diventare il Buddha, non ce n'è bisogno. Un Buddha è sufficiente, non si ripete mai, perchè la ripetizione è noiosa. (...)
Ecco perchè il Tantra dice di non essere mai come questa o quella persona; non esiste ideale. Il Tantra non parla mai di ideali. Il Tantra parla di tecniche non di ideali. Dice come puoi diventare, non cosa. (...) La parola stessa "Tantra" vuol dire tecnica.
La sua attenzione è su "come" puoi diventare, non "cosa". Quel "cosa" sarà dato dalla tua crescita. Usa semplicemente la tecnica e, poco a poco, il tuo potenziale interiore si realizzerà. La possibilità inesplorata verrà alla luce, e via via che ciò accadrà, realizzerai che cos'è. (...)
Il Tantra non ti dà alcun ideale: tu sei l'ideale, e il tuo futuro è ignoto. Nessun ideale del passato può essere d'aiuto, perchè nulla si ripete, e una cosa ripetuta non ha senso. I monaci Zen dicono di ricordare e stare all'erta. Se incontri il Buddha nella tua meditazione, uccidilo immediatamente; non permettergli di rimanere là. (...)
Il Tantra crede in te. Ecco perchè ci sono così pochi credenti nel Tantra: perchè nessuno crede in se stesso. Il Tantra crede in te e sostiene che tu sei l'ideale: quindi, non imitare nessuno. L'imitazione creerà intorno a te una personalità fittizia. Puoi andare avanti con quella personalità inautentica pensando che corrisponda a te stesso, ma non è così. Dunque, la seconda cosa da ricordare è che non esistono ideali fissi. Non puoi pensare in termini di futuro, ma solo di presente, del futuro immediato nel quale puoi crescere. Non esiste alcun futuro prefissato, ed è bene che sia così. Altrimenti non ci sarebbe libertà. Se esistesse un futuro prefissato, saresti un robot.
Non hai un futuro stabilito, ma molteplici possibilità: puoi evolverti in numerose direzioni. L'unica cosa che ti garantirà appagamento profondo, però, è che ti evolvi in modo tale che ogni evoluzione porti con sè un'ulteriore crescita. Le tecniche sono utili perchè sono scientifiche. Ti evitano di girare a vuoto, di brancolare inutilmente. (...) E talvolta, in pochi secondi, puoi maturare tanto quanto ti sarebbe stato impossibile in vite intere.
(...)
Sigmund Freud ha detto, da qualche parte, che l'uomo nasce nevrotico. Questa è solo una mezza verità. L'uomo non nasce nevrotico, ma viene al mondo all'interno di un'umanità nevrotica e la società che ci circonda conduce tutti, prima o poi, alla nevrosi. (...)
Così come siamo, tutti noi siamo nevrotici: la nevrosi consiste in una scissione, una profonda scissione. Non sei uno, ma due, o addirittura molteplice. E' qualcosa che si deve comprendere a fondo, solo così è possibile addentrarsi nel Tantra.

I sentimenti e i pensieri sono diventati due cose distinte: ecco la nevrosi fondamentale. La parte emotiva e quella razionale sono due cose distinte, e tu ti identifichi con quella razionale, non con quella emotiva. Tuttavia i sentimenti sono più autentici e naturali dei pensieri. Sei venuto al mondo con un cuore che sente, mentre il pensiero è frutto dell'educazione, è dato dalla società. E i tuoi sentimenti ora sono repressi. (...)
Quando sei represso crei bisogni simbolici. Per esempio, potresti mangiare oltre misura, riempiendoti di cibo, senza mai avvertire alcuna sazietà. Si tratta di un bisogno d'amore, non di cibo; ma poichè cibo e amore sono profondamente collegati, quando non si avverte - o si reprime - il bisogno d'amore, si crea un falso bisogno: così mangi sempre di più. Poichè il bisogno è falso, non sarai mai appagato. Noi viviamo in mezzo a bisogni non autentici: ecco perchè non siamo mai soddisfatti.
Vuoi essere amato: questo è un bisogno fondamentale, naturale. Tuttavia, può essere deviato in una dimensione inautentica. (...) Vuoi che l'altro ti presti attenzione, in modo che tu possa diventare un leader politico. Grandi folle ti seguono, ti danno attenzione, ma il vero bisogno, quello fondamentale, è essere amato. (...)
Il Tantra è un concetto molto rivoluzionario: il più antico e tuttavia il più attuale. E' una tradizione tra le più remote, tuttavia non è una tradizione, anzi è un'antitradizione. Infatti il Tantra sostiene che, se non sei integro e uno, ti stai lasciando sfuggire anche la vita. Non dovresti restare in uno stato di dissociazione, scisso in due: devi diventare integro. Cosa fare per diventare integri? (...) Il Tantra afferma: "Scendi in profondità nel centro del sentire". (...)

Da "I segreti del tantra" OSHO


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