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6 gennaio 2012

Viaggio in cerca di se stesso

Domanda da uno utente:
Da decenni l'India soddisfa la sete di spiritualità dell'Occidente, i cui figli, ormai disincantati dalla globalizzazione, approdano come naufraghi alla ricerca della loro isola sperduta.

L'India pullula di ashram dove maestri spirituali insegnano a disciplinare il corpo e la mente attraverso pratiche yoga e di meditazione.

Ma chi sono i frequentatori degli ashram, i seguaci dei guru, dei rishi, dei santi moderni? Cosa vengono a cercare e soprattutto cosa trovano?



Risposta da uno utente:
Io mi interesso di “spiritualità” , però direi meglio “sono alle ricerca di una parte più profonda di me” da alcuni anni ed ho letto molto di vari Maestri (anche di origine indiana), faccio anche yoga (ahimè saltuariamente) da tantissimi anni, ma comunque lo scopo del mio primo viaggio in India era tutt’altro che “spirituale”… anche se lo “spirituale” dell’India l’ho percepito lo stesso, anche senza andare in nessun ashram!

Nel secondo viaggio sono stata una settimana a Pune (dove ho anche degli amici), principalmente con lo scopo di partecipare ad un corso presso il Meditation Center di Osho (per chi non lo conosce Osho è stato un controverso “santone” indiano che ha spopolato in occidente qualche decina di anni fa ed i cui insegnamenti ho però sempre ammirato). Ci ho messo piede una mattina, ho fatto tutte le “pratiche burocratiche”, ho comprato i vestitini bianchi e bordeaux, ho visitato tutto il resort e… non ci sono più tornata! Ho preferito conoscere gli amici degli amici… dei “guru” più casalinghi!

Nello stesso viaggio ho visitato l’ashram di Aurobindo a Pondicherry e ne sono rimasta “folgorata”: un senso di pace e di silenzio che non ho mai trovato da nessuna altra parte…

Inoltre ho conosciuto e parlato con persone occidentali che erano lì da mesi a studiare i testi di Aurobindo e di Mère.

Per altri giri ho conosciuto persone che sono state da Amma o da Sai Baba, o da altri…

Bisogna tener conto che la cultura, le religioni e la filosofia indiana hanno sempre prodotto nei secoli moltissime figure mistiche che sono diventate famose anche in occidente. In più l’India è stata la culla di moltissime religioni: dall’induismo, al buddismo, al jainismo, al sikkismo. La religione e lo “spirito” permea davvero la vita comune dell’indiano, e questo ancora oggi. Già solo il loro saluto “Namastè” : il Divino che è in me riconosce e saluta il Divino che è in te, da un’idea di ciò.

Perché ci si va? Secondo me si va alla ricerca di “risposte” che altre religioni non riescono più a darci. In più credo contribuisca a fare richiamo anche il “fascino” dell’India… che secondo me si traduce in ricerca di “essenzialità”.

Forse, dico forse, noi occidentali abbiamo una idea dell’India come di un luogo dove ci si possa “spogliare” delle sovrastrutture del consumismo occidentale e trovare una strada più facile per arrivare “laggiù” o “lassù”… a seconda di come uno se lo immagina il Divino.

E secondo me è anche vero… in India capisci che molti dei nostri “bisogni” sono finti bisogni, che si può arrivare ad intuire una “essenza di sé” che va oltre la propria “maschera”, il proprio ruolo sociale.

Spesso, parlo per le mie esperienze personali, questo si trova più facilmente però nell’India “comune”, come direbbe Carlo: osservando una strada indiana seduti su un paracarro (?), piuttosto che in un ashram … Sono comunque esperienze diverse…

La cosa che mi lascia più perplessa però è che ho conosciuto gente che è stata, magari anche un mese, in un ashram e che in tutto quel periodo non ne è quasi mai uscita… che non si è nemmeno fatta “contaminare” dall’India! Una specie di “viaggio spirituale tutto organizzato”: volo, trasbordo all’ashram, un mese di vita all’interno, trasbordo all’aeroporto… e allora, secondo me, tanto varebbe risparmiarsi i soldi e fare la stessa attività in Italia, che di ashram ne abbiamo finchè ne vogliamo!

Sullo yoga: sono rimasta stupita da come lo praticano oggi in India, sempre secondo le mie esperienze ovviamente. E’ uno yoga molto, ma molto più “fisico” di quello che trovi in Italia. Da noi spesso si associa allo yoga anche un po’ di meditazione… da loro è diventata quasi solo una “ginnastica”. Però confesso che non sono mai stata in un centro di quelli super specializzati… Ho solo fatto yoga con maestri indiani “per turisti”.

Afhy


E qui ci sta bene un bel “Namastè”…

http://www.elitemassaggi.com

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